giovedì 11 dicembre 2014

Frammenti di casa

Osservo la luce del sole cadere morbida e obliqua in questo tardo pomeriggio. Dipinge Padova di tinte tenui e sfumature dorate, sembrano vecchi ricordi registrati in un film.
Nonostante la temperatura sopra la media, il vento fresco si porta via le prime foglie dell'autunno dando il ritmo a una danza festosa.

Guardo i ragazzi che tornano dall'università mentre sfila via la campagna veneta dal finestrino del treno. Non so perché, ma mi sembra strano che la baracca continui ad andare avanti senza di me. Qualche volta la notte mi capita di sognare che mi mancano ancora alcuni esami ma giuro che ho finito, ancora diversi anni fa!

Passo per strade che riconoscono il rumore dei miei passi, che ancora sembrano impregnate del mio sudore. Strade che sono state silenziose testimoni di emozioni che non so scrollarmi via, cicatrici a cui sono affezionato.
Ma pedalare lungo le vie d'acqua mi porta la stessa gioia di una volta. Non so se é la bella giornata, o il pensiero che una persona che non vedo da molto tempo mi sta aspettando o non lo so. La bici e' un lampo verde, le gambe girano senza sforzo.

Come il cavaliere solitario, corre il treno verso il tramonto.
Ho un altro aereo, un'altra casa, un altro ritorno.
Dove mi porta questo treno ?
Vorrei poter dire che lo so, che tengo salde in mano le briglie del mio spazio e del mio tempo.
In aeroporto, le ombre lunghe dell'autunno hanno lasciato spazio al freddo umido della sera.
Mi scaldo le mani in tasca e, berretta fraccà, riprendo il viaggio.

Credo molto nel fatto che presto mi aspettano nuove spruzzate di stelle.

venerdì 30 maggio 2014

Uno di Noi

Quando ancora ero uno studentello accadde che la mia morosetta ebbe 5 giorni di ritardo.
Di solito lei era regolare come un orologio svizzero ma quella volta, forse uno spavento, qualcosa aveva cambiato le carte in tavola.
Ci confrontammo con quella nuova situazione, con le possibili conseguenze. All'epoca ero molto giovane, non avevo un soldo in tasca e la laurea era ancora lontana. Un bambino significava qualcosa di permanente, che mi avrebbe legato a quella persona tutta la vita. Probabilmente significava cambiare tutti i miei piani, per quanto vaghi e confusi fossero.
Ero pronto ? Potevo affrontare quella situazione ?

Quello che mi ricordo era che no, non era quella la situazione che volevo, e non volevo quella persona accanto a me per tutta la vita, per quanto le volessi bene.

Il sesto giorno arrivò il ciclo e tirammo tutti e due un lungo sospiro di sollievo. Tuttavia quella situazione mi aveva riportato in contatto con me stesso e, più avanti, sarà anche alla base della mia decisione di chiudere quella relazione.

Quando penso alla mia infanzia immagino che i miei genitori abbiano vissuto sentimenti simili a questi quando mia madre si accorse che mi stava aspettando.
Vivevano una relazione non facile, poco solida, c'era inesperienza, e le due famiglie si trovavano stranamente d'accordo nel rifiutare questa situazione.
Non è difficile capirlo.
Capisco chi reclama il diritto di decidere del proprio futuro, chi non si sente pronto per essere genitore.

Dall'altra parte immagino quella piccola creatura che ero io a poche settimane, senza la possibilità di parlare, di esprimersi con un gesto, di difendersi. Lì nel buio a sperare che le persone lì fuori decidano per la vita, anche se sono spaventate, se si sentono impreparate, se giudicano che la situazione non sia quella più adatta.
Io che dal mio buio voglio solo arrivare a respirare l'aria di questo pianeta, e poi si vedrà. Qualcosa succederà. Qualcuno si occuperà di me. Ho fiducia.

Ora sono qui, e guardo il mare. Mi sorprendo sempre di quanto è azzurro il cielo tra i muri bianchi delle case all'ora di pranzo. Torno a casa e mi arriva il profumo di rosmarino e basilico.
Non è stato tutto facile, c'è sempre una nuova lezione da imparare. Ho avuto paura, senso di impotenza.Momenti bui.

Eppure penso che tutto questo non sia stato inutile, penso che sia stato necessario per diventare quello che sono, per scolpire la forma della mia sensibilità, per allenare i muscoli del mio sentire.

Penso che da qualunque punto di partenza la vita meriti di essere vissuta. Penso alla mia di vita, perche` sento che avrei voluto viverla in ogni caso, ma anche a casi più "impegnativi" come Nick Vuicjic, nato senza gambe e senza braccia e diventato uno dei più grandi motivatori del mondo, marito di una donna bellissima e, infine, padre.



Come penso che ognuno abbia il diritto di non sentirsi pronto per essere genitore, penso anche che una creatura indifesa abbia il diritto di arrivare qui e avere almeno un'opportunità di giocarsi le sue carte. Poi fai come vuoi, ma portami a vedere la luce, io sono sicuro che qualcuno si occuperà di me. Potrebbe essere la storia di ognuno di noi.

Sento profonda gratitudine per mia madre, che ha preso per me la decisione più importante della mia vita. Sarei stato grato anche soltanto se mi avesse portato alla luce e invece ho avuto molto di più, i nodi nei suoi lunghi capelli scuri e tutto ciò di cui ho avuto bisogno per diventare quello che sono.

Buon compleanno mamma, ti voglio bene.



P.S. Segnalo l'iniziativa del Movimento per la Vita "Uno di Noi".

lunedì 17 febbraio 2014

Vento. Frizzante.

Oggi e' una giornata brillante.
Il sole mi bacia in fronte e il vento scodinzola tutto intorno, piega gli alberi, spazza i muri bianchi che scintillano piu' candidi del bucato della pubblicita' in questa luce.
In questi mesi invernali il mio fragile corpo da pianura padana si e' trovato tante volte confuso, sole troppo caldo, vento troppo freddo, polvere molesta dal Sahara.
Oggi, invece, ho il sangue frizzante. Bollicine briose di gioia mi salgono su per le vene fino al naso, senza motivo e senza scopo, credo solo desiderose di far compagnia al vento in questa danza scriteriata.
Mi chiedo quanta strada hanno fatto questi alisei prima di arrivare qui, me li immagino volare su interminabili pianure salate d'oceano.
Mi vengono in mente immagini di paesi antichi, fotogrammi di bianco e di blu, stradine di roccia a tagliare i polverosi ululati del vento.
Mi viene in mente chi, come Saviano, ha perso le ali per il coraggio della Verita'. Con il pensiero gli invio un po' di vento, che gli asciughi il rimpianto sulle guance.
Mi vengono in mente le notizie brutte dei giornali e la Luisa che non mi ha ancora fatto sistemare le porte che si aprono perche' c'e' troppo vento.
Ma ora ferma tutto! Non voglio perdere questo incanto. Ora e' tempo di danza, tempo di luce, tempo di bollicine che vogliono correre e ridere e realizzare la loro vera natura.
Senza necessita' di tante cose. Solo un poco luce e di vento.



martedì 14 gennaio 2014

A mio padre

La prima cosa che mi è venuta in mente è che non sono preparato. Non sono preparato alla morte, non so come reagire.
Istintivamente credo che dovrei piangere, esprimere dolore e sofferenza.
Ecco, penso sia questo che ci si aspetta da me.

Mi è venuta in mente l'ultima immagine che ho di mio padre, del 4 gennaio, un mosaico di occhi, pelle, tubi, macchinari, pezzi di plastica, solo lo sguardo a rinnovare bagliori dell'antico fuoco.

Lì sì, lì mi ricordo dolore, sofferenza, paura, impotenza, desiderio di fare qualcosa, voglia di scappare via, pensieri in fuga, ricordi, le aspettative di un bambino mai realizzate, perché hai fatto quello che hai fatto...

E adesso ? Adesso ho capito che nemmeno tu eri preparato, l'ho capito in quella camera di ospedale mentre ti vedevo annaspare cercando di afferrare la vita per la coda.

No, non siamo preparati. Le cose più importanti della vita a scuola non le insegnano: come risolvere i conflitti, come essere buoni genitori, come essere felici, come affrontare la sofferenza. Ognuno fa il meglio che può con quello che ha imparato. Anche tu.
Questa consapevolezza dovrebbe renderci tutti più inclini al perdono. Dovrebbe.

Così questo passaggio lo voglio vedere così: come una liberazione!
Ti immagino pieno di entusiasmo giocare a carte con San Pietro, già ti vedo ridere mentre lasci San Pietro a bocca asciutta.
Ti immagino bello e pimpante tornare dal bosco con la cesta piena di porcini da un kilo.
Ti immagino sorridere e capace di esprimere tutta la tua vitalità.

Buon viaggio Papà.
Ci vediamo dall'altra parte, ma non aspettarmi per cena.