venerdì 24 luglio 2015

al faro

Il faro emette cadenzata luce verde proprio qui sopra, mentre tra me e le luci soffuse del villaggio la luna proietta una irregolare striscia dorata.
Il vento soffia ruvido e piacevole alle mie spalle, rimescola la spuma delle onde con l'odore del porto.
Le parole sono burro che scioglie nodi, risa che frantumano vetri.
Il cuore batte piano per non fare troppo rumore.
La costellazione dello scorpione si vede solo da qui.
D'estate.
‪#‎beautifulnight‬

martedì 21 luglio 2015

beauty

There is a narrow space where a couple of wonderful eyes are, at the same time, too close and too far.
It may be pleasantly painful and, I think, there is no better place where it's possible to fully enjoy such beauty.

venerdì 17 luglio 2015

senza vedere

Le dita affusolate della mano sinistra si muovono veloci e precise sulla tastiera della chitarra.
Concentrato come ero nell' ottenere un risultato quasi mai all' altezza delle aspettative, non le avevo mai viste prima. Nella penombra che proietta la lampada sono tanto belle che mi sembrano un miracolo.
Perfino la musica ora mi sembra diversa, cosi come la sensazione del metallo delle corde tra le dita.
Mi accorgo che spesso guardo senza vedere.
#awareness #a-ha

venerdì 10 luglio 2015

thelastday

Notte umida di calima.
Stelle sbiadite in cielo.
Voci, magia di flamenco dalla tasca vicina.
Alito di vento sulla pelle sudata.
Profumo di tisana alla salvia.
Pensieri che si rincorrono, scavalcano, mescolano, onde nel cuore dell'oceano.
‪#‎thelastday

mercoledì 1 luglio 2015

L'onda

Un'onda aprì gli occhi.
Era un giorno di pioggia e di vento in mezzo all'oceano.
Le sorelle la tenevano per mano, insieme correvano verso l'ignoto, affannate, incalzate da un vento spietato, sotto un cielo gonfio di nuvole scure e lampi accecanti.
L'onda chiuse gli occhi e si strinse forte alle sorelle. Tremava e sentiva paura. "Che maledizione nascere durante una tempesta" pensò l'onda.
Ma, poco a poco, la tempesta perse la sua forza, il vento smise di urlare.
Allora l'onda aprì gli occhi e vide alcuni raggi luminosi bucare le nuvole.
Per la prima volta vide il sole e si accorse che ora lei e le sorelle vestivano riflessi azzurri e argentati.
L'onda aprì la bocca per la meraviglia e si commosse nel vedere la grande palla infuocata annegare nel mare. Dopo aver ammirato anche il sorgere delle stelle, abbracciò le sorelle e si addormentò.
L'onda aprì gli occhi di nuovo quando il sole era già alto.
Il signor Vento riposava. Una brezza leggera ne faceva le veci.
Le onde ciondolavano annoiate. Sussurravano le une alle altre, ridevano, sonnecchiavano. Alcune lamentavano il potere del Vento, che le sottometteva e le portava dove loro non volevano andare.
Dicevano che era un despota, che faceva di loro ciò che voleva senza tenere in conto il loro parere. Alcune si misero a gridare e a fare un sacco di spuma.
L'onda ne fu impressionata.
Pensò che il vento non era stato carino con lei ad accoglierla con una tempesta nel momento della sua nascita. Non le piaceva essere in balia del suo umore. Non le piacevano i pezzi di plastica che le facevano trascinare verso la costa e ancora meno le piaceva la costa stessa, con tutte quelle orribili costruzioni di cemento verso dove il vento sembrava spingerla.
No. In fondo non aveva il diritto di scegliere da sola la sua strada ?
E cominciò anche lei a fare un sacco di spuma.
Si sentì allora molto forte e coraggiosa. Con uno sforzo immane si strappò dalla stretta delle sorelle e cominciò a saltare sopra e sotto le altre innumerevoli onde dell'oceano nella direzione opposta a quella di prima.
Si aspettava che il Vento avrebbe fatto la voce grossa, invece si limitò a guardarla per qualche istante, imperturbabile.
Era libera! Ma che fatica ondeggiare controcorrente.
Ora l'onda era sempre affannata e produceva spuma ad ogni movimento. Ora che poteva scegliere, voleva una bella spiaggia dove terminare la sua corsa e riposare.
Vide da lontano una lunga spiaggia bianca, selvaggia, incontaminata, circondata da un florido palmeto che aveva lasciato cadere grossi cocchi verdi sulla sabbia.
Felice, si lasciò condurre dalla corrente che andava proprio in quella direzione.

E mentre atterrava sulla battigia, si rese conto che erano gli ultimi attimi della sua breve vita.
Pensò che una parte di lei avrebbe reso umida la sabbia e poi sarebbe volata in cielo come vapore acqueo, mentre un'altra parte sarebbe ritornata al mare a formare nuove onde.
Pensò che l'acqua dell'oceano era sua madre e il vento suo padre, e che la tempesta aveva permesso che lei nascesse.
Pensò che stava per diventare cielo, terra ed acqua e che in fondo lo era sempre stata e che, forse, sforzandosi di essere unica e speciale aveva rinunciato al suo compito in questa vita.
Ora era tardi. Ciò che era stato, era stato.
In quell'istante lunghissimo un magone mai provato prima la riempì da cima a fondo, a gonfiarla come un palloncino. Una lacrima le brillò negli occhi e cadde a terra come una pietra.
Infine l'onda rotolò giù e scomparve lentamente nella battigia.

Appena prima che scendesse la sera, un bimbo giocava sulla spiaggia.
Con la coda dell'occhio vide qualcosa brillare nell'acqua, si avvicinò e raccolse dalla sabbia una pietra colorata e luminosa. Rimase incantato a guardarla, a bocca aperta.
Il padre che lo chiamava lo raggiunse e lo prese tra le braccia.
Il bambino gli mostrò la pietra e fu il suo turno di rimanere a bocca aperta.
La sera li avvolse con il suo manto stellato mentre osservavano quel prodigio della natura.
I richiami della madre li destarono dal loro incanto. "Arriviamo!"
Il padre guardò il figlio "Penso che questo oggetto sia veramente troppo speciale per poterlo trattenere per noi. Sei d'accordo ?"
Il figlio guardò il padre, poi la pietra e infine ancora il padre, dritto negli occhi. "Si Papà". Il padre gli accarezzò la nuca e lo baciò sulla fronte, e lui lasciò la pietra nelle sue mani forti.
Allora l'uomo si alzò, guardò in alto, prese una breve rincorsa e con tutte le sue forze lanciò la pietra colorata verso il cielo.
Nel firmamento sopra di loro, una stella aprì gli occhi.



Disegno di Francesco Amici

domenica 28 giugno 2015

ciao Ibiza

Guido verso il tramonto come il cowboy solitario, come lui ho il mio cappello qui con me.
Mi gusto finchè posso quest'auto troppo facile da guidare, con il turbo e la sesta marcia la spingo morbido su questa strada sinuosa tra le colline alberate.
Alla fine i pini si aprono e lasciano spazio al mare, piatto e argentato, che ospita pigre barche a vela.
Il cielo è viola all orizzonte.
Con la radio che passa ancora gli U2 e l' aria fresca della sera che mi accarezza il braccio, mi accorgo con stupore che non sto pensando piu a niente, e che domani è lontano, lontanissimo.
Praticamente irraggiungibile.
‪#‎ciaoIbiza

sabato 20 giugno 2015

beautifulday

Svaccato in terrazza assaporando un melone fresco.
Profumo di bucato appena steso.
Cielo azzurro e appena un' ombra di nuvola.
Venticello fresco e sole che pizzica sulle braccia nude.
Colonna sonora degli U2.
#beautifulday