martedì 21 febbraio 2012

L'amore in una sciarpa

La variante della shakshuka con il formaggio, gli spaghetti e il pesto è da studiare meglio, anche se il sottofondo di "unforgettable" ha il suo perché e inutili questioni sulla digeribilità del tutto si sprecano. Due spennellate abbondanti di nutella sull'ultimo pezzo di pane ai cereali ed è finita là.

Silenzio. Tenerife è silenziosa. Il traffico è rado, lontano, i turisti infagottati nelle loro felpe affollano qualche ristorante a Las Americas o Los Cristianos.
Qui, a San Eugenio alto, nessuno per strada, anche i cani probabilmente riscaldano pigri uno dei tappeti del padrone.
Stasera mi fa compagnia la radio, Onda Melodìa, solo musica e bella musica, come piace a me.
Per il resto ascolto il rumore del frigo, la vibrazione di un'auto che passa lontano, il vento che fa sbattere qualche cosa.
E' troppo buio adesso per vedere il mare, ma so dov'è, lo sento.
Se guardo attentamente posso vedere qualche luce dell'isola che non c'è, La Gomera.
La chiamo l'isola che non c'é perché con alcune condizioni di luce scompare, scruti l'azzurro fino all'orizzonte e La Gomera non c'é. Eppure sai che è là.
I canari si vantano della nitidezza del loro cielo, tanto é vero che uno dei telescopi più importanti del mondo é qui.
Le montagne alte (il Teide raggiunge il 3700 metri) creano 23 microclimi diversi. In questa zona dell'isola piove 2-3 volte all'anno.
Ieri era uno di quei giorni.
Era una pioggia fine ed io ero stupidamente incredulo, come vedessi nevicare a Bangkok. Ma oggi era una giornata limpida e luminosa come poche.
Ho consumato la mia pausa pranzo mangiando frutta nel terrazzo, con il sole in viso e il mare negli occhi.
Mi sorprendo a vedermi in questa casa troppo grande per me, con panorami che cambiano ogni giorno e sembrano disegnati con Photoshop.
Mi aspetterei di trovarci un personaggio dei romanzi di Jane Austen, qualcuno dai lineamenti spiccatamente classici come Angela, muoversi con mosse eleganti e precise tra la terrazza e il soggiorno, e guardarmi lenta, interrogativa ma sostanzialmente indifferente. Io non faccio parte di questo film.
Invece qualche volta mi incontro allo specchio, con un barbone record, del tutto incolto e spruzzato di bianco, quel famoso animale strano, il Bertoz. Ma che ci faccio qua ?

In garage ho trovato una Panda d'annata che mi ha già salvato il culo un paio di volte.
La bicicletta invece aspetta il weekend per portarmi lontano, per nutrirmi gli occhi di altre meraviglie di Dio.
Sono abbastanza solo.
Non credo mi abituerò mai completamente a questo stato.
Ognuno ottiene, ci crediate o no, ciò che vuole, quello che é. Adesso, consciamente o incosciamente, io sono questo.
Questo tempo, ogni tempo, è un'opportunità.
Sto imparando ad occuparmi di me, sto imparando lo spagnolo, sto imparando a gestire nuove situazioni lavorative.
Sono creativo e pratico in cucina, metto in ordine. Cerco di fare una vita sana, di fare pulizia dei vecchi schemi anche in una vita tradizionale da cittadino.
Presto parlerò correntemente italiano, inglese e spagnolo, con il francese da rinfrescare e il dialetto veneto special guest.
Chi lo avrebbe mai detto.
Intanto stringo con tenerezza la sciarpa che mi ha dato Franca il giorno prima di partire.
Ho una storia di sciarpe come regali significativi. Gli oggetti, e anche le persone, vanno e vengono.
Solo l'amore resta.
Grazie.
L'amore in una sciarpa. E' un buon titolo per un libro.

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